04
March
2025
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Negli anni Cinquanta, il collasso dei downtown americani sotto il peso della congestione abitativa causa il bisogno di soddisfare l'offerta commerciale altrove, fuori dal perimetro urbano.
Lo shopping mall acquisisce spazio per espandersi e si fa sempre più spettacolare, ingloba leisure e attività per il tempo libero, rispondendo in maniera pronta ai bisogni reali delle persone e della società dell’epoca.
E nel frattempo la città si svuota.
Nel 1976, Barry Maitland, professore di architettura, scrive a quattro mani con David Gosling Design and Planning of Retail Systems. Nel testo analizza il mercato del mall americano, ne classifica le diverse tipologie, ne delinea la crescita, l’evoluzione e il processo di integrazione.
Una decina di anni dopo, nel 1985, continua lo studio del formato pubblicando Shopping Malls, Planning & Design e individua un punto chiave: la capacità del commercio di rivitalizzare e attivare lo spazio urbano, di generare nuovi pattern di città.
Nei decenni successivi, le riflessioni e la letteratura sui centri commerciali subiscono una battuta d’arresto: complici anche le critiche mosse da Gruen, il formato si sveste della sua patina di novità e si spegne l’interesse.
Ma in una specie di eterno ritorno dell’uguale, di riequilibrio tra vuoti da riempire, oggi le competenze apprese tra gli anni Cinquanta e Settanta nella progettazione dei grandi mall riemergono per guidare il ritorno del commercio all’interno del tessuto urbano.
Gli shopping center rincominciano ad animare i quartieri cittadini e fanno da traino a innovativi progetti di rigenerazione che non possono prescindere dal disegno dei piani terra: sono i servizi, i negozi, le funzioni pubbliche a creare valore per lo sviluppo dei piani superiori.
Nella definizione dell’asse urbano, la componente commerciale che dinamizza i piani terra è quella che soddisfa la vita quotidiana delle persone, e per questo deve imporsi come strumento di valorizzazione e tornare a essere centrale nei progetti di riqualificazione.
E così, rileggere oggi ciò che Maitland profetizzava negli anni Ottanta sembra indicarci la strada per un cambiamento virtuoso del settore Retail.
Adolfo Suarez
Lavora disegnando, sempre e comunque, e sa ritagliarsi spazi di silenzio anche nelle situazioni più rumorose. Questo lo porta a una visione dei problemi sempre approfondita, a volte anche inaspettata, che contribuisce a generare quel conflicto positivo che lo porta a cercare sempre soluzioni migliori.
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Paneburro è la newsletter mensile di Adolfo Suarez che raccoglie pensieri, riflessioni e suggestioni sul mondo del Retail. Storie e visioni del contemporaneo condite con il poco che abbiamo, che poi è l’essenziale. Un po’ alla bread&butter, come direbbero gli Inglesi, ma sempre con il nostro tocco creativo.
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